La forza di una leonessa

La forza di una leonessa

Abito a Bologna e ho 35 anni. Fino al dicembre 2015 sono sempre stata bene, almeno così credevo, e ho sempre fatto una vita normale. Bene: io credevo, perché in realtà ho quasi sempre avuto un po’ di tosse, forse perché ho iniziato a fumare a 14 anni: per questo ho sempre avuto la bronchite che è poi diventata cronica.

A un certo punto la tosse si è incattivita e si è modificata. A quel punto il medico mi prescrisse una lastra al torace e il responso parlò della presenza di un focolaio polmonare. Iniziai subito una terapia antibiotica, finita la quale procedetti a una seconda lastra di controllo. Nel referto venne richiesta una TAC urgente che effettuai il giorno seguente presso la Clinica Nigrisoli di Bologna. Fu anche richiesta una visita cardiologica urgente, che effettuai all’Ospedale Bellaria. Qui mi sottoposero anche a ecocardiogramma, un’indagine che durò un’ora e quaranta minuti. “Non riusciamo a capire – mi dissero – non abbiamo mai visto questi casi in persone adulte. Non siamo in grado di seguirla”. Pensai che fossero stati molto onesti, avendo ammesso i loro limiti. Li ringrazio per non avermi trattenuto inutilmente a perdere tempo prezioso presso di loro come un caso da studiare.

Mi fu consigliata una visita cardiologica all’Ospedale S. Orsola-Malpighi e capitai dalla Dott.ssa Pranstraller. Durante l’ecocardiogramma venne scoperto un difetto interatriale (DIA). Il 23 febbraio 2016 fui sottoposta a un ecocardiogramma transesofageo (attraverso una sonda ecocardiografica permette una visualizzazione più ravvicinata delle strutture che formano il cuore, ndr): si vide subito la presenza di Ipertensione Polmonare. I medici mi informarono che a breve ci sarebbe stato un incontro tra cardiologi e cardiochirurghi e in quell’occasione avrebbero parlato del mio caso con il Prof. Galiè, per vedere se si poteva fare un cateterismo cardiaco.

Qualche giorno dopo, il primo di marzo, fu fissato il colloquio con il cardiochirurgo del S. Orsola-Malpighi per fare l’intervento al cuore e chiudere il foro. Mi informarono che si trattava di un intervento a cuore aperto, con circolazione extracorporea (vedi scheda tecnica).

Quando ho saputo quello che mi stava succedendo sono crollata; il sapere di dover subire un intervento a cuore aperto a 34 anni è stato devastante, in più sapere che a causa del foro nel cuore mi era venuta l’Ipertensione Polmonare è stato ancora più assurdo… Ma bisogna avere una grande forza per superare tutto questo e tutti noi ce l’abbiamo dentro: io stessa non credevo di averla, perché non ero mai stata messa alla prova. Invece sono stata una leonessa! Bisogna essere sempre positivi nella vita… sempre, mai abbattersi!

Entrai in lista di attesa e il 2 maggio 2016 si procedette all’intervento. Mi chiusero il foro, il cuore riprese a pompare e il flusso ricominciò. La pressione polmonare diminuì di botto e si stabilizzò a 60 mmhg. Restai ricoverata per dodici giorni in Cardiochirurgia.

La svolta si è avuta quando mia madre parlò del mio caso con la Dott.ssa Cinzia Marozzini, Cardiologa del S. Orsola-Malpighi, che mi mise subito in contatto con il Prof. Galiè per una visita che venne fissata circa 15 giorni dopo la mia dimissione.

I punti di sutura sullo sterno erano già stati riassorbiti, ma quelli del drenaggio erano ancora lì! Me li tolse personalmente il Prof. Galiè. Il Dott. Palazzini effettuò il cateterismo cardiaco e vide che la pressione polmonare si era ridotta a 49 mmhg. Prima dell’intervento chirurgico non sapevo cosa fosse un cateterismo cardiaco. Posso dire che non è assolutamente traumatico, dura pochi minuti, si effettua in Day Hospital, si entra soli e si esce dopo circa quindici minuti sui propri piedi. L’anestesia è locale. Quasi una passeggiata dove però si sta sdraiati su un lettino: la bravura e la professionalità del Dott. Palazzini fanno tutto!

Iniziai quindi la terapia specifica per l’Ipertensione Polmonare: Revatio e Opsumit (e in più diuretico, gastroprotettore, cardioaspirina).

A settembre del 2016 la pressione polmonare era scesa ulteriormente e il valore era 32 mmhg. A questo punto mi sospesero il diuretico e la Dott.ssa Manes era così contenta del risultato che programmò il cateterismo successivo per un anno dopo, nel settembre 2017, salvo novità. Mi aggiunse che ora potevo andare anche in montagna a quota 2.000 m di altezza, stando però ferma, seduta, a prendere il sole e assolutamente senza camminare.

Al primo test del cammino (6MWT) del 23 maggio 2016 feci m 445, al secondo controllo arrivai a m 504 e al terzo del 18 gennaio 2017 il risultato è stato di m 610. Ero contentissima. Infatti stavo molto meglio.

“La parte destra del cuore sta tornando normale, tutto procede nel migliore dei modi” mi ha detto la Dott.ssa Manes. Mi ha quindi ridotto la terapia. Ora sono in cura solo con Revatio e Opsumit. I controlli presso il S. Orsola-Malpighi all’inizio erano trimestrali, ora sono semestrali. Mi convinco sempre più di averla scampata veramente bella, grazie a quella dottoressa con cui parlò mia madre.

Ringrazio i medici della Cardiochirurgia per l’intervento e quelli dell’équipe del Prof. Galiè per la loro incredibile dedizione e preparazione. Un affettuoso ringraziamento va anche alle infermiere Fiammetta e Angela che sono straordinarie; tranquillizzano e danno coraggio. Se ti vedono un po’agitata, stanno lì con te, ti confortano, ti parlano.

Sono tutti eccezionali, dal Prof. Galiè, alla Dott.ssa Manes, al Dott. Palazzini, al Dott. Gotti. Grazie a tutti veramente! Mi ritengo molto fortunata per essere arrivata a loro e per abitare a Bologna, comoda per iil S. Orsola-Malpighi.

di Sonia Sciarretta

Lascia un commento