Ho potuto riprendere in mano la mia vita

Ho potuto riprendere in mano la mia vita

Cari amici di AIPI e del Centro Universitario per lo studio e il trattamento dell’ipertensione polmonare dell’Ospedale

S. Orsola-Malpighi di Bologna, diretto dal Prof. Galiè e la sua équipe; permettetemi di presentarmi: mi chiamo Seyni Ndiaye, sono italiano di origine senegalese, vivo a Udine, sono uno tra le migliaia di persone cui avete salvato la vita.

Vorrei raccontarvi il mio percorso con questa terribile malattia. Tutto è cominciato all’inizio del 2010 mentre lavoravo in un centro commerciale come guardiano e uomo tuttofare. Un giorno il direttore del centro mi ha chiamato nel suo ufficio al primo piano dell’edificio, e mentre salivo le scale ho avuto grosse difficoltà di respirazione e poi a parlare con il direttore. Dopo quest’episodio che pensavo passeggero è iniziata la mia discesa all’inferno: provavo difficoltà a camminare rapidamente come prima, difficoltà a fare le scale, difficoltà a parlare a lungo senza stancarmi ecc. Una domenica che ero a casa dal lavoro, sono uscito con mio fratello a fare una passeggiata in centro città. A un certo punto sono stato costretto a dirgli che mi sentivo molto stanco, che facevo fatica a respirare e che avevo bisogno di stare un po’ seduto. Mi rispose che facevo apposta a trascinarmi i piedi, vi confesso che c’è mancato poco che lo insultassi! Alla fine però si è reso conto della mia situazione e ha avuto veramente paura quando ha saputo che avrei dovuto essere operato.

Due miei fratelli sono arrivati dal Senegal in questa circostanza e uno di loro, quando è arrivato mi ha visto dopo otto anni così tanto dimagrito. Si ricordava di me fisicamente forte e molto vivace e quando mi ha visto ridotto dalla malattia pesare 57 kg, dai 70 kg che pesavo prima, era davvero qualcosa di impossibile da sopportare per lui e per tutta la mia famiglia.

Ma tutto è bene quel che finisce bene, grazie all’équipe del Prof. Galiè con il Dott. Palazzini, la Dott.ssa Manes e tutto il personale della Cardiologia, senza dimenticare l’équipe della Cardiochirurgia diretta dal Dott. Mikus con tutti i suoi collaboratori. Tanto di cappello anche a tutti gli infermieri della Cardiologia e cardiochirurgia. Un grazie di cuore a tutte queste persone che hanno fatto sì che potessi riprendere in mano la mia vita. Grazie infine anche a mia moglie Paola Bonino che non si è risparmiata e mi ha assistito dall’inizio alla fine della mia malattia.

Grazie a Marzia Predieri e all’Associazione AIPI.

Grazie all’Italia e al popolo italiano!

Seyni Ndiaye

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