CHE AVVENTURA
Inviato: mercoledì 28 novembre 2012, 14:18
Buongiorno amici.
Forse qualcuno sa quello che mi è successo circa un mese fa, a causa della pancreatite, forse qualcuno no, se è solo sul forum. Attraverso facebook ho raccontato la mia disavventura successa in ospedale, perchè, purtroppo, siamo in Italia (togliendo alcune parti).
Circa un mese fa ho avuto la mia ennesima pancreatite improvvisa, tanto per cambiare. Ho chiamato il mio medico, dicendomi che era il cambiamento del tempo a causare il dolorino, ma io già sapevo che non era quello (io il dolore so com'è). Sono comunque riuscita a farmi fare la richiesta per avere un ricovero in ospedale e così ho fatto; siamo andati subito al pronto soccorso di Ragusa, dove mi hanno visitata, fatti dei prelievi e degli antidolorifici, dopo di che, appena avuti i risultati (pancreatite in corso e non cambiamento del tempo), mi hanno ricoverata in reparto chirurgia, dove mi hanno cominciato a dare i farmaci gusti, solo che arrivato ad un certo punto, mi dicono che non posso stare in quel reparto e che devo andare in Medicina, ma io ho risposto che non ci volevo andare, perchè quello è il reparto più brutto degli ospedali, dunque ho dovuto fare un po' la voce forte, per far capire che con l'ipertensione polmonare, non posso permettermi dei contagi, infatti a febbraio quando ci sono stata, i medici della Medicina, non hanno visto l'ora di mandarmi a casa. Così dopo la consulenza della Medicina, mi hanno fatta anche la consulenza di un altro reparto, quello delle Malattie Infettive.
Io tra me e me ho detto:"Ma perchè malattie infettive? La mia è una pancreatite. E se mi becco un virsus, che faccio? Muoio? No, non me lo posso permettere". Così telefono a Bologna, per farmi dare un consiglio e mi hanno risposto che potevo trasferirmi in un altro reparto, a patto che fossi da sola, così ho scelto il reparto Malattie Infettive.
Mi trasferiscono il giorno dopo e mi mettono in una stanza con una signora anziana, alla quale ho chiesto cosa avesse e mi risponde: "La polmonite". A quella frase mi sono messa le mani tra i capelli ed ho dovuto far sentire la mia voce anche in questo reparto ed ho insistito per avere una stanza a sola e così hanno fatto. Sono stata più tranquilla e più protetta.
Mi hanno dato la cura adatta, finalmente mi hanno fatto la gastroscopia che io desideravo ed hanno diagnosticato l'esofago tutto infiammato, fino al duodeno e in più nelle lastre una piccola bronchite, curata anche quella.
Pochi gironi prima, dulcis in fundo, le mie vene non ne potevano più, si infiammavano a distanza di pochi giorni, quindi buchi, buchi, buchi e degli infermieri hanno avuto la felice idea di voler mettere un rubinetto all'attacco del filo di infusione del Flolan e far infondere le flebo, contenenti antibiotici e quant'altro. Io naturalmente ho risposto di no, che non volevo e che non si poteva fare, perchè quello è un CVC e non un port-a-cart, come loro credevano. Sono riusciti a convincere il primario e lui stesso, in contatto con i centri di Palermo e Catania era convinto che si potesse fare, allora io ho cominciato a spiegare il motivo perchè non si poteva fare, ma lui niente; allora gli ho proposto di telefonare a Bologna per vedere chi aveva ragione.
Lui voleva il numero di telefono, perchè gli voleva telefonare dalla sua stanza, ma io il numero non gliel'ho dato e abbiamo telefonato dalla stanza.
Io ho telefonato prima a Bologna, per spiegare la situazione e la prima cosa che hanno fatto è stato quello di ridere e poi hanno risposto: "Ma sono forse matti? Ti vogliono ammazzare? Non farti toccare. Facci telefonare che ci parliamo noi!"
Il primario è venuto in camera ed io furba ho messo il vivavoce, per fargli capire che non sono scema e non sono così ignorante come lui credeva.
Confermato da Bologna quello che io gli avevo detto, si è convinto e mi hanno lasciata stare e mi hanno fatto un altro buco per le flebo.
Che disavventura, amici miei. In questa situazione mi sono scoraggiata una sola volta, ma in quel momento sono riuscita a pregare anche per questi medici ed infermieri per essere illuminati a fare la cosa giusta. Ci sono riuscita. Mi sono fatta valere.
Non fatevi convincere da nessuno , e cari miei quando c'è un dubbio su qualcosa telefonate ai vostri centri di riferimento e sarete sicuri che non vi succederà niente.
Mi sembra di essere diventata più coraggiosa. Chissà speriamo che questo coraggio mi rimanga.
Ho voluto raccontare tutto questo per condividere con voi quello che mi è successo, sperando di non avervi annoiati o demoralizzati.
Vi voglio un sacco di bene.
Vostra cara Antonella.
Forse qualcuno sa quello che mi è successo circa un mese fa, a causa della pancreatite, forse qualcuno no, se è solo sul forum. Attraverso facebook ho raccontato la mia disavventura successa in ospedale, perchè, purtroppo, siamo in Italia (togliendo alcune parti).
Circa un mese fa ho avuto la mia ennesima pancreatite improvvisa, tanto per cambiare. Ho chiamato il mio medico, dicendomi che era il cambiamento del tempo a causare il dolorino, ma io già sapevo che non era quello (io il dolore so com'è). Sono comunque riuscita a farmi fare la richiesta per avere un ricovero in ospedale e così ho fatto; siamo andati subito al pronto soccorso di Ragusa, dove mi hanno visitata, fatti dei prelievi e degli antidolorifici, dopo di che, appena avuti i risultati (pancreatite in corso e non cambiamento del tempo), mi hanno ricoverata in reparto chirurgia, dove mi hanno cominciato a dare i farmaci gusti, solo che arrivato ad un certo punto, mi dicono che non posso stare in quel reparto e che devo andare in Medicina, ma io ho risposto che non ci volevo andare, perchè quello è il reparto più brutto degli ospedali, dunque ho dovuto fare un po' la voce forte, per far capire che con l'ipertensione polmonare, non posso permettermi dei contagi, infatti a febbraio quando ci sono stata, i medici della Medicina, non hanno visto l'ora di mandarmi a casa. Così dopo la consulenza della Medicina, mi hanno fatta anche la consulenza di un altro reparto, quello delle Malattie Infettive.
Io tra me e me ho detto:"Ma perchè malattie infettive? La mia è una pancreatite. E se mi becco un virsus, che faccio? Muoio? No, non me lo posso permettere". Così telefono a Bologna, per farmi dare un consiglio e mi hanno risposto che potevo trasferirmi in un altro reparto, a patto che fossi da sola, così ho scelto il reparto Malattie Infettive.
Mi trasferiscono il giorno dopo e mi mettono in una stanza con una signora anziana, alla quale ho chiesto cosa avesse e mi risponde: "La polmonite". A quella frase mi sono messa le mani tra i capelli ed ho dovuto far sentire la mia voce anche in questo reparto ed ho insistito per avere una stanza a sola e così hanno fatto. Sono stata più tranquilla e più protetta.
Mi hanno dato la cura adatta, finalmente mi hanno fatto la gastroscopia che io desideravo ed hanno diagnosticato l'esofago tutto infiammato, fino al duodeno e in più nelle lastre una piccola bronchite, curata anche quella.
Pochi gironi prima, dulcis in fundo, le mie vene non ne potevano più, si infiammavano a distanza di pochi giorni, quindi buchi, buchi, buchi e degli infermieri hanno avuto la felice idea di voler mettere un rubinetto all'attacco del filo di infusione del Flolan e far infondere le flebo, contenenti antibiotici e quant'altro. Io naturalmente ho risposto di no, che non volevo e che non si poteva fare, perchè quello è un CVC e non un port-a-cart, come loro credevano. Sono riusciti a convincere il primario e lui stesso, in contatto con i centri di Palermo e Catania era convinto che si potesse fare, allora io ho cominciato a spiegare il motivo perchè non si poteva fare, ma lui niente; allora gli ho proposto di telefonare a Bologna per vedere chi aveva ragione.
Lui voleva il numero di telefono, perchè gli voleva telefonare dalla sua stanza, ma io il numero non gliel'ho dato e abbiamo telefonato dalla stanza.
Io ho telefonato prima a Bologna, per spiegare la situazione e la prima cosa che hanno fatto è stato quello di ridere e poi hanno risposto: "Ma sono forse matti? Ti vogliono ammazzare? Non farti toccare. Facci telefonare che ci parliamo noi!"
Il primario è venuto in camera ed io furba ho messo il vivavoce, per fargli capire che non sono scema e non sono così ignorante come lui credeva.
Confermato da Bologna quello che io gli avevo detto, si è convinto e mi hanno lasciata stare e mi hanno fatto un altro buco per le flebo.
Che disavventura, amici miei. In questa situazione mi sono scoraggiata una sola volta, ma in quel momento sono riuscita a pregare anche per questi medici ed infermieri per essere illuminati a fare la cosa giusta. Ci sono riuscita. Mi sono fatta valere.
Non fatevi convincere da nessuno , e cari miei quando c'è un dubbio su qualcosa telefonate ai vostri centri di riferimento e sarete sicuri che non vi succederà niente.
Mi sembra di essere diventata più coraggiosa. Chissà speriamo che questo coraggio mi rimanga.
Ho voluto raccontare tutto questo per condividere con voi quello che mi è successo, sperando di non avervi annoiati o demoralizzati.
Vi voglio un sacco di bene.
Vostra cara Antonella.